Epifania non significa luce ma bensì manifestazione, epifania significa: ciò che si manifesta in forma visibile, ciò che si vede, ciò che è. Nel cristianesimo è l’apparizione dei Re Magi. Per i greci era il segnale di una divinità all’uomo attraverso un sogno, un miracolo o una visione lucida. Chi si apre all’ignoto si apre a un’Epifania vale a dire a una nuova visione, a una nuova luce.
Come ci si apre a una nuova luce? Perché si ha tanta pura dell’ignoto?
I santi dicevano che la tentazione prediletta dal diavolo per gli esseri umani è quella del “demone di mezzogiorno”. Si tratta di un concetto complesso da non banalizzare in stupide superstizioni, questo concetto comprende numerosi atteggiamenti e non tutti appaiono immediatamente negativi.
La Pigrizia è uno di questi atteggiamenti che non appare così negativo agli occhi di chi lo compie.
Fu Evagrio Pontico (345-399) discepolo di Origene, che trascorse più di 10 anni nel deserto di Nitra vicino ad Alessandria, che chiamò questa condizione Accidia. Egli la riteneva uno stato di “svogliatezza spirituale” , di debolezza, di inaridimento, di noia, di avvilimento, ciò che oggi impropriamente chiamiamo con il termine depressione. È l’incapacità di concentrarsi su quello che si fa, il fastidio, l’atonia dell’anima ma anche della mente e del cuore.
La persona che viene invasa dall’accidia avverte un senso di vuoto, di mancanza di significato della vita. Queste persone hanno sempre lo sguardo alla finestra a esaminare ciò che accade fuori, nella vita dell’altro, con critica, lamento e risentimento.
Questo atteggiamento porta a perdere slancio nella vita, a perdere il baricentro dell’ esistenza, a perdere energie e a prenderne da chi ne ha per poi svuotarsi di nuovo in un ciclo di inaridimento dell’esistenza.
Eros si dissolve dentro la mediocrità dello stare e non dell’Essere. In questo modo i propri orizzonti diventano ristrettì, si precipita dentro un vuoto esistenziale nel quale si vive anestetizzati, dove si teme tutto e tutti.
Sveglia!
È questo il tempo per combattere la pigrizia sentendo dentro una forza nuova che ti esorta ad andare oltre questa apatia del vivere, risvegliando dentro la tua mente la necessità di opporsi all’ apatia dell’anima, perché l’anima in quanto tale è cuore pulsante della vita, manifestazione del divino nell’essere umano, senso delle cose, caos che diventa ordine, luce che emerge dall’ombra, cuore che pulsa per l’altro, è cooperazione, è voglia di stare nelle cose della Vita.
E come scrive Heiddeger alla filosofa, sua allieva, Hanna Arendt:
“Cara signorina Arendt,
questa sera devo tornare a farmi vivo con lei e a parlare al suo cuore. Tutto tra di noi deve essere schietto, limpido e puro. […]
“Gioisca!” questo è divenuto il mio saluto per lei. E soltanto se lei gioisce potrà diventare la donna capace di donare gioia, e intorno alla quale tutto è gioia, sicurezza, rilassamento, ammirazione e gratitudine verso la vita…”
Ecco, Epifania è la Manifestazione della meraviglia è la forza di credere in un Annus mirabilis, traducibile in italiano come “anno meraviglioso” o “anno di meraviglie” o in un “anno di miracoli” ma questo vale solo per chi ancora crede, come me, che il Miracolo siamo noi.