La vita què es

La pandemia ha slatentizzato l’angoscia di morte e comprese molte forme diversificate di ipocondria, (che ricordo essere una psicosi) per troppo tempo soffocate da una società narcisistica ed edonistica dove il rapporto con la morte non può essere vissuto in quanto visto come ostacolo al proprio divertimento tout court invece che come parte integrante della vita per una crescita individuale e collettiva della Persona.

La morte è parte della Vita e non contro la Vita.

Questo virus, che ora speriamo possa essere dietro e non davanti, non deve come molti sostengono, averci insegnato qualcosa ma può esserci stato d’aiuto per comprendere che l’unica vera esperienza che possiamo fare è vivere, vivere, vivere, non pensare alla vita.

Il progetto della Vita sta nelle cose della Vita. Lo Spirito stesso sta nella materia della vita e non per aria o nelle orazioni. È come se le orazioni fossero dei fiori meravigliosi da adorare ma poi ciò che conta davvero sono i frutti che si possono mangiare e quindi le azioni.

Io ancora non ho idea di che cosa mi abbia insegnato questo CoronaCaos, come l’ho chiamato un anno fa nel mio libro, “CoronaCaos:storie di follia ordinaria”, ci sono ancora dentro, ma questa esperienza mi è più chiara su un punto, ciò che conta è il Potere di Adesso.

Motivo per cui createvi una vita bella da vivere perché ciò che la mente nega, il corpo lo spiega e spesso il lo cuore tace.

Amici, spalancate le porte alla vita e se anche entrerà un po’ di erbaccia non preoccupatevi più di tanto, tutti abbiamo in casa una scopa.

Non rinunciate alla vostra libertà per paura della malattia perderete la libertà ma non la malattia.

La paura in questo momento, può far fare qualsiasi cosa, in una situazione del genere possono anche aumentare omicidi, suicidi e in generale episodi di violenza.

È importante essere consapevoli e rimanere nel presente e non guardare video o notizie che inducano paura o violenza.

Smettiamola di parlare continuamente della Pandemia, ripetere la stessa cosa ancora e ancora è un auto ipnosi.

La paura è un’auto ipnosi.

Questa idea causerà cambiamenti cellulari nel nostro corpo. Ricordiamo ciò che Veronesi diceva dei tumori, che una delle concause dell’insorgere delle cellule concerogene era da scorgere nelle grandi tristezze.

La natura, l’arte, l’allegria, la meditazione e il movimento sono antidoti eccellenti contro la paura. Essi creano un’aura protettiva che non permettono al cercatore di energia negativa, i cosiddetti vampiri energetici, di entrare nella vostra vita.

Se sei presente a te stesso eviti il buco nero.

La paura è una sorta di follia e prova il fatto, che la vita è vissuta nel modo sbagliato.

La morte non è un problema per chi vive la propria vita ogni momento.

La paura non risolverà nulla e non c’è cura per la morte.

Se non muori di pandemia, allora dovrai morire comunque un altro giorno, e quel giorno può essere da un giorno all’altro come è accaduto a quei ragazzi sulla funivia.

Ecco perché l’unico modo per essere pronti alla morte e non abbattere la vostra vita.

Ora, torno alle “mie cose” sto per atterrare a Bologna, il volo è stato semplice e mi aspetta una bella passeggiata all’aria aperta.

Ah, che sospiro di sollievo!

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Non fare mai che le difficoltà e il male superino te stesso

Noi tutti siamo più grandi delle nostre ferite.

Quando il nostro corpo e la nostra mente sono sotto stress come in questo momento storico, il desiderio più o meno consapevole di abbandonarsi, di lasciare che il flusso degli eventi ci trascini in un limbo in attesa di tornare a vivere, è molto frequente.

I giorni passano, molti dei quali sempre uguali, confinati in nome o in virtù di informazioni, dati e meccanismi sempre meno chiari. I giorni passano e diventano mesi, diventano tempo trascorso e tu diventi un senza tempo, un tempo sospeso. Un cavallo di razza confinato dentro un recinto che ci ti fa perdere senso e senno. L’apatia diventa una coperta emozionale,un rifugio dove nascondere tutti quei sentimenti che non si vogliono provare, ma che in realtà nella parte più profonda di noi sono presenti.

Per me psicoanalista il webinar è l’antitesi all’incontro individuale non l’antidoto. Il telefono ha sostituito tutto, tranne l’incontro. L’illusione che la videochiamata possa sostituire un incontro è come l’ansiolitico che nel momento in cui lo si assume placa l’ansia ma il giorno dopo si ha bisogno di altre gocce perché non si è risolto il conflitto che l’ha generato. Nell’incontro Analitico esiste un prima, l’ incontro e un dopo nel quale si dovrebbe a lungo meditare, riflettere, riorganizzare le idee, pensare, funzione che ricordo viene prodotta solo in solitudine.

Il fattore terapeutico è l’incontro. Se non ci si incontra non si può stare bene. Le persone devono tornare a incontrarsi, incrociarsi conoscersi nei luoghi, sul treno, in palestra, fuori dalla scuola. Devi poter tornare a casa stanco non essere stanco in casa, non è umano.

Con il telefono puoi fare tutto ma puoi farlo male. Non puoi fare l’aragosta flambé se a casa hai solo delle verdure, al massimo fai un minestrone e così non muori di fame. Il senso del limite non è una cosa facile e difficilmente si apprende con entusiasmo. Devi fare quello che il contesto ti permette di fare ma al tempo stesso devi stare attento a non fare ciò che il contesto ti induce a fare e cioè a vivere da addormentato.

Ciò che si confida nell’incontro difficilmente verrà detto davanti a uno schermo perché quell’intimità, quella corporeità emotiva non si intravede, non si vive, non ci si tocca. Il web è uno strumento, utile e innovativo ma un’applicazione non può sostituire una palestra, un teatro, il suono di un violino, il chiasso di una classe, la visita a una città d’arte, il bagno al mare men che meno il rapporto terapeuta paziente.

Uscire da questa nebbia mentale è la strada per non cadere in stati depressivi, esci, esci tutti i giorni, cammina, respira sententi vivo. Non lasciare che la tua mente utilizzi la sofferenza per poterti poi creare una nuova identità dove ti senti vittima.

Non dispiacerti troppo per te stesso e per il contesto, reagisci, muoviti sempre un pò di più, produci uno sforzo attivo nella tua mente e nel tuo corpo. Non perdere tempo a lamentarti con altri delle tue sofferenze, canalizza la tua rabbia nella creatività e nel tuo corpo, usalo anche solo per cantare ma usalo.

Dal momento che è impossibile sfuggire a questo momento storico, l’unica possibilità di cambiamento che hai è di attraversarlo, passaci dentro da vivo non da automa e appena puoi corri e incontra l’Altro ed entrambi sarete felici della vostra Amicizia.

La violenza del tempo lacera l’anima, dice Simone Weil, ed è attraverso quella lacerazione che entra l’eternità.

E quando arriva la notte, dico io, fa che il tuo cuore sia ardente, così non sarà colpito dal gelo.

Mi scusi se insisto…

Lo so Lo so è un momento difficile, oggi una mia cara amica mi ha detto che la sua vicina di casa è in ospedale con il Covid e se la sta passando molto male, ha sempre fame d’aria.

Anch’io Signor Presidente ho fame d’aria, è un’aria diversa ma è aria. Il mio respiro si nutre di cultura, di arte, di teatri, di cinema e tutto questo sono certa che mi aiuterebbe a superare meglio questo momento terribile. Se il teatro o il cinema fossero aperti solo per le pomeridiane avremmo un pò di respiro, sì respiro. Il teatro è un’ottima terapia contro l’angoscia e in molti ci andrebbero.

Lei potrebbe dire che prima di questa pandemia i teatri vivevano una forte crisi e che ormai non c’era molta gente, certo era proprio così.

Ora il Governo ha chiuso tutto, bar, ristoranti, negozi, centri commerciali, ma provi a lasciare aperti i teatri. Un esperimento sociale che non aggraverebbe di certo sulla pandemia. In molti andrebbero, sì andrebbero perché pur di uscire andrebbero anche a teatro anche se non ci hanno mai messo piede. La gente si adatta, se i ristoranti sono chiusi allora andranno dove è aperto. Le misure di contenimento per i teatri sono state molto efficienti e il pubblico ha risposto in maniera ordinata. Anche il teatro è un lavoro, non è un diversivo. I lavoratori del teatro che vadano a lavorare come gli altri, con le regole e rispettando il coprifuoco serale, ma che lavorino.

Ma Lei si rende conto che è morta anche la fame di cultura perché è morta la cultura, il senso critico, il desiderio di sognare. Senza il sogno non mangeremo, perché non avremmo l’immaginazione per uscire da questo disastro, non avremmo l’idea di un futuro perché non saremo in grado di realizzare il pensiero del futuro.

Provi a sognare con me per un momento Signor Presidente, sogni di entrare a teatro per poco più di un’ora e mezza, in completo silenzio, raccolto, ognuno con se stesso ma senza sentirsi solo. Si apre il proscenio e Il Sognatore di Notti Bianche di Dostoevskij voltandosi verso Nastenka afferma: “Che il vostro cielo sia luminoso e che il vostro dolce sorriso possa essere sereno per l’attimo di felicità che mi avete regalato: un intero attimo di felicità, è forse poco nell’intera vita di un uomo?”

Notti bianche sono quelle 5 notti dove a San Pietroburgo il sole non tramonterà mai del tutto, illuminando il cielo anche di notte. Un lucore costante. Se vogliamo che il sole non tramonti mai del tutto dobbiamo avere il coraggio di afferrare l’inafferrabile, l’Arte. Dobbiamo avere il coraggio di sognare. Nello spettacolo Il Sognatore, preferisce il sogno alla realtà, perchè la realtà non è mai quella che ci aspettiamo, quella è la routine. Egli esclama: “Com’è ripugnante la realtà! Che cos’è in confronto al sogno!”

E questa realtà di adesso non è ripugnante perchè esiste una pandemia in corso, almeno non solo, ma anche perchè dobbiamo continuamente misurarci con la complessità delle cose. O Tutto è meraviglioso o tutto è un disastro dove vivere. Non perchè viviamo nell’era del Covid non possiamo sognare, certo chè è difficile muoversi come un acrobata, perchè i gesti di un acrobata possono sembrare esagerati, a volte lo sono, ma quell’esagerazione è anche un modo per mantenere l’equilibrio sul filo del dirupo della propria mente. La sanità e l’igiene mentale di questo momento passano attraverso quel filo e tutti noi oggi dovremmo imparare a muoverci come degli acrobati nella complessità della vita..

Servono stimoli, suggestioni, arte, serve la funzione del sogno e del futuro, serve dare spazio all’immaginazione e all’intuito. Solo il teatro permette di vedere il proprio pensiero realizzato in un altro essere umano in carne ed ossa, solo il teatro esprime i sentimenti e le angosce di tutti dal vivo e in diretta e in diretta fa pensare dando a tutti la possibilità di trasformare il pensiero in crescita individuale. L’opera teatrale è immediata perché umana e non filtrata da un video. Noi prima di essere pensiero siamo corpo ed è in quel corpo che si realizza il pensiero. Non esiste un pensiero senza un corpo.

Signor Presidente, il mio scopo nella vita è aiutare gli altri, e tutti i giorni adempio alla mia professione con grande rigore scientifico, e con altrettanto rigore ho desiderio di ricominciare a sognare, perché so che sognare è il modo migliore per rimanere vigili nella vita, forse è vero… non di solo pane vive l’uomo.

Buon lavoro Presidente, i miei migliori auspici in un momento così terribile, io domani, nel mio piccolo, tornerò a contenere l’angoscia dei miei Pazienti, che ogni giorno lottano, ed io insieme a loro, per trovare una base dove aggrappare l’angoscia, io non potrò contenere tutto ma l’Arte sì, l’Arte questa funzione ce l’ha. Ri-Animi l’Arte Presidente, Le dia un’Anima nuova, in molti saremo con Lei ad avere ossigeno nuovo nei polmoni del nostro Vivere.

Moscow, Russia- Piazza Rossa, 26 dicembre 2017